In questi giorni si sta consumando una sciagura mai accaduta prima nella storia, che si è abbattuta sul Belpaese, ahinoi, e che proprio non ci voleva: la pioggia in autunno. Questa calamità naturale, un unicum nella storia dell'umanità, ha causato il crollo di un ponte sulla Torino-Savona e l'apertura di una voragine sulla Torino-Alessandria.
Tutto questo è dovuto alla totale assenza di manutenzione, mai o poco effettuata dai quei privati efficienti che guardano molto al loro portafoglio e poco ai servizi per i cittadini.
Indipendentemente da chi debba gestire le infrastrutture pubbliche (per me lo Stato è il naturale incaricato), ci sarebbe un modo per fare manutenzione, costruire nuove infrastrutture e migliorare l'esistente: la spesa pubblica. Purtroppo però, sebbene l'Italia sia in avanzo primario (toglie ai cittadini tramite le tasse più soldi di quanti non gliene restituisca in beni e servizi) da più di 20 anni, non possiamo permetterci di spendere soldi nell'interesse dei cittadini, ma dobbiamo tagliare la spesa pubblica per pagare gli interessi sul debito, interessi che vanno a ingrassare le pance di banche e istituti finanziari privati. CROLLANO I PONTI E NEL MENTRE GLI ISTITUTI PRIVATI CHE DETENGONO GRANDI CAPITALI LUCRANO CON I SOLDI DELLE NOSTRE TASSE. Simpatico no?
Basterebbe che la BCE garantisse i debiti sovrani, immettesse liquidità direttamente nella disponibilità degli stati e gli stati cominciassero ad emettere, tramite delle rinnovate banche pubbliche, titoli pensati per i piccoli e medi risparmiatori. Invece la BCE si preoccupa di garantire una bassa inflazione, nell'esclusivo interesse di chi detiene grandi capitali: se ho un patrimonio di 100 miliardi di € e sale l'inflazione dell'1%, perdo 1 miliardo, se ho 100 mila € perdo 1000 €. Se invece la BCE si preoccupasse di garantire il welfare dei cittadini e la piena occupazione, dimenticandosi dell'inflazione fintanto che tutte le persone in età lavorativa non siano occupate e i servizi e le infrastrutture ad un livello da XXI secolo, molto probabilmente gli istituti detentori di grandi capitali non sarebbero molto contenti, ma chi vive di risparmi medi e piccoli - accumulati in una o più generazioni di onesto lavoro - e del proprio salario sarebbe molto, ma molto, più tranquillo quando si dovesse trovare ad attraversare un ponte in autostrada. E i 1000€ persi se li ritroverebbe in servizi garantiti dallo Stato e con un potere d'acquisto maggiore, naturale conseguenza di un aumento dei salari legato all'innalzamento dei livelli occupazionali.