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LA STRATEGIA DEL PESCE ROSSO

2021-11-28 16:16

Federico Doricchi

attualità, politica, covid, Bassetti, vaccino, media,

LA STRATEGIA DEL PESCE ROSSO

L'obiettivo di questo articolo è quello di andare ad analizzare la dinamica con cui le decisioni governative, qualsiasi esse siano, ci vengono sempre...

L'obiettivo di questo articolo è quello di andare ad analizzare la dinamica con cui le decisioni governative, qualsiasi esse siano, ci vengono sempre presentate come corrette ed inevitabili.  A questo meccanismo propagandistico, perfettamente funzionante, partecipano tre attori principali: la politica (e le istituzioni a supporto), gli organi di informazione classici, quali televisioni e giornali, e autoproclamati rappresentanti dell'intera comunità scientifica. La prerogativa alla base delle riuscita della narrazione è la creazione di una voluta e determinante ambiguità tra l'ambito scientifico e quello politico. Procediamo nel valutare uno per uno i tre attori e come questi cooperano al fine di venderci una storia che a ben vedere presenta numerose incongruenze.

 

In primis i media, che rappresentano nell'immaginario collettivo le autorità che detengono le informazioni "vere" e ormai si ergono anche a controllori di chi fa informazione su canali alternativi. Questa autorità è generalemente riconosciuta da larga parte del pubblico, soprattutto tra gli adulti e anziani, ovver coloro che non sono nativi digitali. Dall'alto di questa posizione, i media possono conferire patenti di autorevolezza, oltre che a se stessi, anche alle persone che ospitano nei loro consessi. 

 

Ed è così che, dal marzo del 2020, sono entrati sul palcoscenico dei sedicenti esponenti della comunità scientifica, che in realtà a livello accademico non rappresentano certamente delle eccellenze. A costoro i media hanno conferito la facoltà di discernere non soltanto delle tematiche medico-scientifiche per cui sono invitati, ma anche di questioni politiche e decisionali, con la grave colpa di attribuirgli la stessa autorevolezza indipendentemente dall'ambito del dibattito.

 

Il terzo attore, ovvero la politica, si è servito dei primi due e di altri organi istituzionali ad essa legati a doppio filo, con la finalità di promulgare e propagandare qualsiasi decisione venga presa, indipendentemente dalla bontà della stessa.

 

A fronte di una situazione certamente inattesa e complessa, che ha colto impreparati i decisori, anche per gravi inadempienza come l'assenza di un piano pandemico aggiornato, ogni scelta di gestione dell'emergenza è stata presentata dai media all'opinione pubblica, con il supporto dei citati esponenti della comunità scientifica, con la finalità non di informare, ma di formare il pensiero, in modo da ottenere l'avallo della maggioranza dei cittadini. 

 

Sebbene tutti i paesi occidentali abbiano affrontato l'emergenza con strategie a volte simili e altre molto meno, la narrazione è sempre stata incentrata su quanto fosse di successo la gestione italiana, tanto da rappresentare un esempio per gli altri. A ben vedere, però, a due anni dall'inizio della diffusione del virus, non siamo in una situazione troppo dissimile a livello narrativo, con continue descrizioni di scenari di terrore e minacce incombenti e con il ciclico irrobustimento e poi allentamento delle misure restrittive. Come è possibile quindi parlare di successo? Semplicemente applicando uno schema narrativo che eviti di ricordare cosa sia stato detto e fatto in passato, che trovi sempre una nuova minaccia o un nuovo colpevole e che presenti ogni nuova decisione come scientifica e non politica.

 

Prendiamo l'esempio del green-pass, strumento molto discusso da esimi studiosi del diritto o della filosofia, come Ugo Mattei, Massimo Cacciari e Giorgio Agamben. L'introduzione è stata giustificata dal premier Draghi con la necessità di dare garanzia di trovarci in luoghi sicuri, pertanto la misura risulterebbe come sanitaria. Già in quel momento, era luglio del 2021, era ben noto però come un vaccinato potesse contagiare e contagiarsi e la sicurezza nei luoghi di aggregazione sia conferita esclusivamente da un tampone negativo. Ovviamente la strategia del governo italiano era finalizzata a spingere alla vaccinazione quanti più cittadini possibili, puntando sulla scomodità e il costo di sottoporsi costamente ad un tampone. I dati epidemiologici di settembre e ottobre 2021, migliori rispetto a paesi del nord Europa che hanno adottato strategie simili alla nostra, ma analoghi a paesi del sud privi di green-pass o anche del nord ma che hanno adottato strategie completamente diverse (vedasi la Svezia), sono stati presentati come un successo del governo e dell'efficacia dei vaccini. Nessuno nei media o tra le virostar ha minimamente ipotizzato, ad esempio, che il nostro vantaggio potesse essere dettato da una questione di stagionalità, in ritardo nel sud Europa rispetto al nord. All'inizio di novembre, però, i contagi hanno cominciato ad aumentare di nuovo, ma nessuno ha osato ipotizzare che sia errata la strategia che punta solo alla vaccinazione, nonché che sia irraggiungibile e inutile l'obiettivo di limitate il contagio.

 

Nel giro di poco media e politici hanno trovato i colpevoli della necessità di aggiustamento delle misure: i bambini, i tamponi fallci e i no-vax. Ci siamo quindi trovati, casualmente, la concomitante autorizzazione del vaccino in età pediatrica, nonostante studi estremamente limitati nella copertura e nel tempo, e il Presidente di Aifa a raccontarci come il Covid si sia trasormato in malattia pediatrica, principale causa di morte per i più piccoli, nonostante i dati parlino di 34 morti sotto i 20 anni, tutti o quasi con patologie pregresse.  

 

I tamponi, che a detta del Dragh di luglio contribuivano alla garanzia di rotrovarsi in ambienti sicuri, imporvvisamente invece diventano inaffidabili, con addirittura la precisione che cala di giorno in giorno, di intervista in intervista, da 99% al 70% e poi al 50%, senza che nessuno chieda al premier se non si fosse allora sbagliato qualche mese prima.

 

Parallelamente, il faro è stato puntato sui no-vax, additati come diffusori del contagio e pericolo per la comunità, nonostante questi ,costantemente sottoposti a screening tramite i tamponi, rappresentino nemmeno il 15% della popolazione e i vaccini ci fossero stati venduti come efficaci anche nel bloccare la diffusione del virus. In questo modo è stato giustificato l'inasprimento della misura del green-pass, spiegando che alla base della stessa ci fosse il presupposto scientifico per cui un vaccinato blocca il contagio, mentre un non vaccinato non lo fa. Poco importa che il Direttore Generale dell'OMS ci abbia raccontato come il vaccino sia efficace per prevenire la diffusione solo al 40% nei confronti della variante Delta e di come i dati ci dicano che questa efficacia si riduca drasticamente nel tempo.

 

I media si sono limitati a presentarci gli stessi volti in trasmissione, le solite virostar a supportare le decisioni politiche senza minimamente focalizzarsi sull'aspetto scientifico, generando il paradosso per cui chi è chiamato ad esprimere un parere  su aspetti sanitari, investito di una arbitraria autorevolezza nell'ambito medico, invade piuttosto il campo del diritto. E non solo ciò gli viene permesso, ma nessuno ricorda tutti gli errori, le incoerenze, le imprecisioni e le previsioni errate fatte nel proprio ambito di competenza. Ci troviamo quindi un Matteo Bassetti a benedire la segregazione dei non vaccinati e sbraitare in diretta contro le poche voci di dissenso dal pulpito di chi ci aveva raccontato prima che sarebbe bastata una dose per coprire all'80-90% dal ricovero, poi che due dosi avrebbero coperto anche dalle varianti, successivamente che la terza dose non sarebbe stata necessaria per tutti, ma che non farla avrebbe coinciso con il non essersi mai vaccinati e infine che 12 mesi dopo la terza servirà la quarta dose, subito dopo che Abrignani del CTS ci aveva rassicurato sulla copertura per 5-10 anni della terza dose.

 

Senza approfondimento e senza memoria, l'opinione pubblica non ha gli strumenti per difendersi da queste giravolte, per discernere gli ambiti e raccogliere le informazioni cruciali a costruire una visione della situazione che le permetta di muoversi e orientare le decisioni politiche, oltre che pretendere una maggiore correttezza e professionalità da parte degli organi di informazione.

 

Senza tutto ciò, lo schema narrativo è destinato presto a ripetersi. Chi ci governa conosce benissimo tutti i limiti della strategia adottata, ovvero vaccinazione e basta, poiché è consapevole dei limiti dello strumento scelto. Per questioni che non possiamo conoscere, ma sicuramente ipotizzare, come i contratti miliardari stipulati con le case farmaceutiche, oltre che per ignavia e incapacità, la politica non ha la forza di correggere il tiro e cercare soluzioni probabilmente più articolate e coraggiose, ma magari più efficaci. E allora si verifica una costante ricerca del prossimo colpevole del fallimento della strategia: dopo i no-vax e i bambini, sarà il turno della variante sudafricana o magari dei tamponi. Poco importa che il World Economic Forum presentasse il tema già a luglio: ci viene presentata oggi, a novembre, come una nuova minaccia e un nuovo elemento di terrore. Allo stesso tempo, ad un giorno di distanza, veniamo rassicurati con la notizia che Moderna starebbe già sperimentando un vaccino, contro una variante "comparsa" il giorno prima. Nel frattempo, però, prima che il vaccino sia pronto, i media e le virostar appoggeranno la prossima decisione del governo, che giustificherà il falimento della sua strategia con l'inefficacia del vaccino rispetto alla nuova variante e così l'aumento dei contagi e di conseguenza spiegherà ai vaccinati che, purtroppo, dovranno riunciare ai privilegi (che in realtà sarebbero diritti insindacabili) concessi loro al momento dell'istituzione del super green pass, sebbene con sommo dispiacere del premier e dei vari ministri, che non si erano dimenticati di loro e della loro fedeltà, relegando ai margini del contesto sociale solo gli infedeli.

 

Link per la verifica delle affermazioni riportate:

 

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2021/07/22/draghi-green-pass-e-garanzia-di-tranquillita_e7c97abf-b797-4495-b31f-cb5452c2cab1.html

 

https://www.iltempo.it/politica/2021/03/04/news/matteo-bassetti-buona-notizia-unica-dose-vaccino-pfizer-astrazeneca-ema-sputnik-26417904/

 

https://www.genovatoday.it/attualita/coronavirus/variante-delta-vaccino-efficacia-bassetti.html

 

https://www.dire.it/24-11-2021/687890-vaccino-bassetti-non-fare-terza-dose-sarebbe-come-non-aver-fatto-le-prime-due/

 

https://www.adnkronos.com/vaccino-covid-bassetti-quarta-dose-nel-2022_3e89TldkxQyIWWouSnCSxE?refresh_ce

 

https://www.corriere.it/cronache/21_novembre_09/terza-dose-vaccino-quanto-dura-anni-3bafac6e-40c1-11ec-87fb-b565e6aab98c.shtml?refresh_ce

 

https://www.adnkronos.com/covid-palu-ora-e-malattia-pediatrica-tra-prime-cause-di-morte_1mKRZ3qo05oiVAQ8WqScto?refresh_ce

 

https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/#

 

https://www.lastampa.it/cronaca/2021/11/12/news/covid_ricciardi_i_tamponi_antgenici_sono_il_punto_debole_del_green_pass-407517/

 

https://www.ilsole24ore.com/art/green-pass-tamponi-rapidi-50percento-falsi-negativi-ecco-perche-non-sono-affidabili-AEFphjx

 

https://twitter.com/DrTedros/status/1463626957346779140?t=eoX2q0_RaPUDqt66wipCzQ&s=08

 

https://www.weforum.org/agenda/2021/07/how-scientists-detect-new-covid-19-variants/

 

https://www.corriere.it/politica/21_novembre_26/nuova-variante-covid-l-italia-vieta-l-ingresso-sudafrica-l-ordinanza-0d449cba-4e8e-11ec-b469-c1722a8a0160.shtml?cmpid=tbd_b23c823eNc

 

https://www.open.online/2021/11/27/covid-19-moderna-vaccino-vs-variante-omicron/

 

https://twitter.com/GuidoDeMartini/status/1464168985545555971?t=aKhPDiP8fg7hWbPB8KYNew&s=19&fbclid=IwAR1vdyo4b21NHixKCI0TAGZDLyZpZmAr23CwIz1Xt5hGu2lpMVQMG5qo7u4

 

 

 

 

 

 

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