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RIBASSI E RIALZI

2021-11-14 21:35

Federico Doricchi

attualità, covid,

RIBASSI E RIALZI

Abbiamo sottolineato, nei nostri precedenti articoli, come l'analisi della diffusione del virus e delle sue conseguenze vada sempre affrontata...

Abbiamo sottolineato, nei nostri precedenti articoli, come l'analisi della diffusione del virus e delle sue conseguenze vada sempre affrontata in maniera non generalizzata, ma piuttosto distinguendo per categorie, individuando quelle rilevanti nell'ottica di interprenare il fenomeno osservato. Fino ad oggi ci siamo soffermati prevalentemente sul caso dell'Italia, cerando di inquadrare e quantificare i contagi, lo ospedalizzazioni e i decessi, relativamente al periodo in cui il Covid ha stravolto le nostre vite. Quello che invece intendiamo proporre oggi è un'analisi a livello di dati europei per ciò che concerne la mortalità, utilizzando come termine di paragone gli anni precedenti la diffusione del virus.

 

Per prima cosa siamo andati ad analizzare i dati inerenti le vaccinazioni in 12 dei principali paesi europei, utilizzando Our World In Data come fonte, per poi proseguire con due analisi relative alla mortalità in diversi stati, utilizzando Euromomo come fonte dei dati:

 

  • l'eccesso di mortalità per fascia di età rispetto a una data baseline, considerando tutti i paesi che forniscono dati a Euromomo
  • lo z-score della mortalità (parametro che valuta la deviazione standard, tenendo conto della distribuzione di Poisson, tipica per i decessi nell'arco di un anno, e la stagionalità), considerando gli stessi 12 paesi valutati per il tasso di vaccinazione

 

Andiamo quindi ad analizzare il tasso di vaccinazione. Come potere apprezzare dalla prima immagine che trovate in fondo all'articolo, il tasso di vaccinazione su tutta la popolazione varia tra il 66% della Svizzera fino ad arrivare all'89% del Portogallo. I dati potrebbero risultare diversi e più bassi rispetto a quelli che siamo soliti sentire, ad esempio l'Italia risulta al 78% in questo grafico, mentre i media riportano circa l'86% con almeno una dose a oggi 14/11/2021 (fonte https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/). Tale discrepanza è dovuta al fatto che il primo dato, il 78%, è riferito al totale della popolazione italiana, mentre l'86% è riferito alla popolazione vaccinabile, ovvero gli over 12. Ci attestiamo quindi in tutta l'Europa centro-occidentale su percentuali che vanno sopra i 2/3 della popolazione complessiva vaccinata, rispetto allo 0% del 2020. Negli altri grafici che trovete, risalterà una linea rossa tratteggiata che sta a segnalare il momento in cui in Italia, per quella determinata fascia di età, si è raggiunto almeno il 10% di copertura vaccinale: va pertanto dato per scontato che nei grafici in cui non è distinguibile l'anno sull'asse delle ascisse, il riferimento è da considerarsi valido esclusivamente per il 2021.

 

Passiamo ora all'analisi della mortalità, basandoci sui dati Euromomo. Il primo commento che ci sentiamo di fare è che la suddivisione in fasce non facilita l'elaborazione, in quanto non è possibile accedere a dati grezzi e la divisione in fasce è diversa rispetto a quella classica, fornita dalle istituzioni italiane. 

 

Procediamo ora con l'analisi dell'eccesso di mortalità a partire dai dati di Euromomo, che trovate in calce, nel secondo grafico della prima riga di immagini.  Ciò che emerge dai grafici è che nella fascia 0-14 la diffusione del Sars-Cov-2 sembra non aver avuto impatti, tanto che l'anno peggiore in termini di mortalità è risultato il 2019 e ragionevolmente rimarrà, almeno per quest'anno. Ciò che ci inquieta maggiormente, invece, sono i dati delle fasce 15-44 e 45-64. Per queste fette di popolazione sembra che la mortalità in eccesso sia addirittura maggiore rispetto al 2020 e tale parrebbe rimanere, almeno per i cittadini in età 15-44.  Per quanto riguarda la fascia 64-74, il trend sembra dirci che la mortalità si attesterà a livelli simili a quelli del 2020, mentre le tutte le persone di età uguale a 75 anni o superiore è molto probabile che la mortalità sarà più bassa (per gli over 85) o molto più bassa rispetto al 2020.

 

Spostiamoci ora invece all'analisi dello z-score, andando quindi a focalizzarci su tutti i restanti grafici che trovate in calce, a partire dal terzo della prima fila di immagini e poi tutti quelli dalla seconda fila fino all'ultima. Ricordiamo che in questi grafici è presentata la finesta temporale che va da settimana 44 del 2017 a oggi ovvero la settimana 45 del 2021. Il grafico mostra una baseline, ovvero un valore medio di mortalità, calcolato tenendo in conto gli anni precedenti, e un range entro cui la mortalità è considerata nella norma, riconoscibile tramite la banda grigia. Tratteggiata in rosso, invece, troviamo il livello che determinerebbe un effettivo eccesso di mortalità. 

 

Quello che notiamo emergere anche da questi grafici è come sia confermato che per la fascia 0-14 il Covid non abbia cambiato pressoché nulla in termini di mortalità. Per i cittadini di età compresa tra i 15 e i 44 anni l'affermazione è quasi completamente veritiera allo stesso modo: si notano alcuni picchi di mortalità in cui il valore si avvicina alla tratteggiata rossa, ma questo succede, ad esempio per l'Italia, non solo nel 2020, ma anche all'inzio del 2018 e del 2019. Dai 45 anni in su, invece, si cominciano a notare picchi che superano anche di molto la linea tratteggiata rossa e man mano che si sale con l'età, la situazione peggiora notevolmente.

 

Possiamo quindi concludere che ciò che ci suggeriscono i dati riportati è quanto segue:

 

  • l'eccesso di mortalità nel periodo successivo alla diffusione del Sars-Cov-2 si apprezza per le età superiori ai 45 anni e peggiora all'aumentare dell'età; per le fasce al di sotto dei 45 anni il Covid sembra non rappresentare un fattore che induce un eccesso di mortalità
  • nel 2021 è riportato uno strano e preoccupante eccesso di mortalità nelle fasce di età sotto i 44 anni rispetto alla media dei 5 anni precedenti, sebbene. come anche abbiamo esposto negli articoli precedenti, questo eccesso non sembra ascrivibile al Covid

 

Ci sentiamo quindi di ribadire, in conclusione, che un approccio generalizzato, come soluzione per una malattia che ha un esito così diverso nelle varie fasce di età, non può che generare una eterogeneità nel rapporto rischi/benefici relativo all'approccio stesso, che risulterà quindi potenzialmente penalizzante per alcuni e di sicuro giovamento per altri.

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