Circola in rete da qualche ora un testo scritto sui social e portato alla ribalta dalla condivisione di un volto noto della televisione, Selvaggia Lucarelli, che si prefigge l'obiettivo di screditare la puntata di Report di lunedì 1/11/2021, in cui si denunciavano le gravi inadempienze di uno dei laboratori presso cui Pfizer aveva commissionato alcuni dei trial clinici sul vaccino anti-Covid. Abbiamo letto con scrupolo, attenzione e interesse questo testo di Ilaria Mogno, che si apprende essere un ingegnere informatico che per mestiere dirige un laboratorio di genetica all'ospedale Mount Sinai di New York. Nello scritto, il cui testo vi riporto come fonte qui https://www.ilriformista.it/chi-e-ilaria-mogno-la-scienziata-che-ha-fatto-a-pezzi-linchiesta-di-report-sui-vaccini-solo-sensazionalismo-259034/?refresh_ce, la Mogno, presentata come "la scienziata che ha fatto a pezzi l'inchiesta di Report", affronta alcuni punti focali che dimostrerebbero l'inconsistenza sostanziale dell'inchiesta del programma Rai, affermando che il fine non fosse quello di informare, ma di promuovere una tesi preconfezionata. Andremo di seguito, quindi, ad analizzare le argomentazioni della Mogno, per capire se effettivamente il suo testo confuta quanto mostrato da Sigfrido Ranucci.
Procediamo quindi per punti, rifacendoci alla suddivisione per capoversi proposta dalla fonte, Il Riformista, che vi abbiamo riportato in precedenza.
ANTICORPI, CASI E TRASMISSIBILITA' - La direttrice del laboratorio contesta le affermazioni di Report rispetto all'efficacia del vaccino in termini di blocco dei contagi, andando di fatto a parare sul famoso paradosso di Simpson, senza citarlo, e minimizzando i termini i vaccinati possono contagiarsi e contagiare, senza portare alcun dato. Sappiamo, però, dai dati di Israele, prima della campagna per la terza dose, e da quelli attuali di UK, dove, stando al report governativo emanato nella settimana del 22/10/2021 (https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1027511/Vaccine-surveillance-report-week-42.pdf), il 74% dei positivi del mese precedente in fascia di età vaccinabile (negli under18 non c'è distinzione rispetto ai 12enni, quindi li abbiamo rimossi dal calcolo) era vaccinato con due dosi, che la probabilità dei vaccinati con ciclo completo di contagiarsi e contagiare aumenta col passare del tempo e, in pochi mesi, arriva a essere molto vicina a quella di un non vaccinato (come riportato anche dai nostri articoli precedenti). Ci chiediamo, inoltre, se l'efficacia non diminuisse nel tempo, a cosa servirebbe la corsa alla terza dose e come mai, secondo l'ISS, il 37% dei ricoverati negli ospedali italiani al 29/10/2021 fosse vaccinato con ciclo completo. Siamo sicuri che, come afferma la Mogno, la parola chiave sia "RARI"? Ci chiediamo, inoltre, se i numerosi studi pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche, in cui si dimostra come un vaccinato possa contagiarsi e contagiare (si veda il nostro articolo PAGA PANTALONE, ad esempio), siano quindi falsi e se la Mogno è in grado di portare studi e dati a supporto delle sue affermazioni, che al momento risultano parole in libertà.
PFIZER/FDA, PFIZER/ISRAELE, MODERNA - In questi passaggi la Mogno mostra il suo lato più anti-complottista, affermando che tutto ricade nella normalità: i documenti depositati da Pfizer, che la direttrice ribadisce aver seguito la normale prassi per l'approvazione, a FDA, i contratti di Israele, Moderna che indica come mezza la dose da somministrare per la terza iniezione. Ci sentiamo di affermare, però, che le sfuggano alcuni aspetti. Il primo e più importante è che l'inchiesta di Report mostra proprio come la prassi non sia stata rispettata, almeno nel laboratorio Ventavia, eventi mai messi in discussione infatti. Inoltre, affermare che si siano rispettati tutti i normali step per l'approvazione dei vaccini è quantomeno singolare. Ciò che è stato rispettato sono i passaggi formali nel susseguirsi delle fasi, non le modalità - vedasi Ventavia - né le tempistiche canoniche. Per di più, per quanto riguarda la trasparenza, è vero che Pfizer ha depositato dei documenti presso FDA, ma a richiesta di Peter Doshi - scopriremo tra pche righe chi sia - e del suo team di mostrare il completo dataset degli studi condotti dalla multinazionale, la risposta è stata che sicuramente non saranno consegnati fino al 2025 (https://youtu.be/VruS4N0_wxE), né è stata data la certezza che sarà fatto in seguito. Ci risulta quindi curioso come si possa affermare che tutto il processo di approvazione abbia seguito la prassi comune, tanto che poco dopo l'approvazione definitiva di FDA, due importanti funzionari si sono dimessi in maniera quantomeno sospetta (https://www.iltempo.it/esteri/2021/09/05/news/dimissioni-direttore-fda-usa-motivi-vaccino-troppe-pressioni-terza-dose-covid-tilt-dati-insufficienti-28556845/). Per quanto riguarda i contratti di Israele, il punto non è relativo alla segretezza o meno delle informazioni - sebbene di certo nell'approvvigionamento dei vaccini, almeno in UE, non abbiamo brillato per trasparenza - quanto all'etica di cedere dati dei propri cittadini a una casa farmaceutica in cambio di prezzi di favore. L'anti-complottismo, peranto, ci risulta del tutto inappropriato rispetto ai temi trattati.
FLORIDA - Afferma la Mogno che in Florida i contagi sarebbero aumentati per la mancanza dell'utilizzo dei dispositivi di protezione e per la mancata copertura vaccinale delle fasce di età più giovani e così, similmente, sarebbe accaduto in Israele, nella scorsa estate. Per quanto riguarda i dati di Israele, li abbiamo analizzati più volte negli articoli degli scorsi mesi, la copertura vaccinale era altissima e nonostante ciò il Paese ha deciso di ricorrere alla terza dose, con contagi e ospedalizzazioni continuamente crescenti tra vaccinati e non in egual misura rispetto alla percentuale di copertura vaccinale per fascia di età. Tuttavia, senza perdere troppo tempo su un fatto che ormai è conclamato, ci sentiamo di affermare che le curve di contagio si stanno dimostrando come abbondantemente al di fuori del controllo e indipendenti da qualsiasi misura che ogni governo o ente abbia provato a mettere in campo. Paesi che hanno adottato misure di restrizioni della libertà, come lockdown e coprifuoco, in maniera più stringente e aggressiva rispetto ad altri hanno ottenuto curve di contagio completamente assimilabili rispetto a chi ha adottato misure più morbide. La Spagna, in cui green-pass e coprifuoco sono stati dichiarati incostituzionali, ha passato un'estate tranquilla quanto quella italiana.
I VOLTI OSCURATI - Questo è il passaggio che ritengo meno accettabile. La Mogno, una signora nessuno salita alla ribalta della cronaca per la condivisione di un post sui social, si permette di mettere in dubbio le competenze di Peter Doshi, docente dell'Università del Maryland, che di mestiere insegna ad analizzare nella maniera più profonda possibile gli studi scientifici, per poterne trovare le incongruenze e svelare gli arcani. Doshi, professionista affermato, ormai da anni scrive per una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo, quale è il British Medical Journal. Veramente possiamo accettare che la Mogno venga definita "scienziata" dalla stampa italiana che riporta il suo post e Doshi venga screditato senza alcuna argomentazione a supporto? La direttrice sfida poi la logica, affermando che è stato corretto vaccinare i componenti del gruppo di controllo: ma come possiamo conoscere e avere una controprova degli eventuali effetti avversi a medio e lungo termine del vaccino se anche il gruppo placebo è stato vaccinato?
DOMANDE SBAGLIATE - Le domande che la direttrice contesta non sono affatto sbagliate, crediamo sia più che lecito e doversoso chiedersi se sia giusto che un vaccinato riceva un lasciapassare valido 12 mesi, quando è dimostrato che l'efficacia dei vaccini tenda ad annullarsi dopo 6 mesi, se sia necessario accertare le responsabilità di chi, all'Aifa, ha dato l'ok per la somministrazione di una dose completa di Moderna come terza dose, senza sincerarsi delle raccomandazioni dell'azienda produttrice. Si può forse contestare a chi siano rivolte le domande, ma ci sentiamo di dire che i destinatari più propri, ovvero i politici che hanno preso quelle decisioni, non si sarebbero probabilmente prestati.
CASE FARMACEUTICHE - Nessuno si sognerebbe mai di contestare il fatto che le case farmaceutiche ambiscano a fare profitti, quello che invece critichiamo con forza è che la politica si pieghi a stipulare contratti secretati e permetta che esistano brevetti per prodotti che, teoricamente, dovrebbero salvare l'umanità da una terribile pandemia. Spostare il focus della critica significa non averla capita, nel migliore dei casi.
TERZA DOSE - Per concludere la Mogno afferma che è normale che tra le possibilità ci sia che le prime due dosi non abbiano avuto effetto e pertanto è giusto fare la terza, sostenendo che "sicuramente non c'è alcuno svantaggio a farla". Riteniamo che questa affermazione sia gravissima, si negano tutti gli effetti avversi manifestatisi nei mesi e raccolti, nonostante siano già molto numerosi, sebbene raccolti solo in minima parte dagli enti regolatori a causa dell'adozione di un processo di farmacovigilanza passiva. Inoltre è noto come all'aumentare delle somministrazioni, si sia evidenziato un aumento del rischio. Ci chiediamo, infine, che logica ci sia nell'assumere per la terza volta un farmaco che per le prime due non ha avuto effetti e come si possa, allo stesso tempo, sostenere che quel farmaco sia assolutamente efficace.
In conclusione di sentiamo di affermare che, purtroppo, la viralità del post della Mogno non sia che l'ennesima applicazione della doppiopoesistica tipica di chi propaganda tesi preconfezionate, senza nessuna argomentazione solida a supporto. La Mogno viene presentata come un'autorevole scienziata e le sue affermazioni riportate come verità assoluta, mentre chiunque provi a portare dati a supporto delle tesi e studi prestigiosi viene messo a tacere, anche nel caso in cui, per esempio, si tratti di luminari come Montagnier, Raoult o Doshi, persone con un percorso professionale solido e specchiato, screditato ad orologeria solo per aver sostenuto tesi scomode.